La Villa Manin si pone nella tradizione veneziana delle ville di terraferma che sono sia luogo di riposo e di celebrazione del potere della famiglia nobile che centro economico e azienda produttiva.
La villa, infatti, è strettamente legata al territorio agricolo e contribuisce alla definizione delle caratteristiche del paesaggio.
Al corpo padronale centrale si affiancano le strutture produttive quali le barchesse e l’imponente esedra.
È interessante come questo sistema di luoghi del lavoro assuma un’imponente ruolo scenografico che costituisce lo sfondo ideale per feste e celebrazioni.
A nord della Villa si estende il grande parco recintato di ispirazione romantica, con una grande varietà di alberi e piante.
L’insediamento della Villa ha inizio nel 1578 quando Mannino III acquista la gastaldia di Sedegliano e fa costruire nel borgo di Passariano una casa padronale.
La costruzione sarà radicalmente trasformata a partire dal 1650. Non vi sono certezze sugli architetti che lavorarono alla Villa, sicuramente Domenico Rossi progetta la cappella di Sant’Andrea, con accesso dalla piazza del paese. Certo è che per i Manin hanno lavorato i principali artisti attivi nel periodo, oltre a Rossi, Benoni, Torretti, Massari.
…alcuni cenni storici
La famiglia Manin si stabilì a Udine nel XIV secolo provenendo dalla Toscana.
La ricchezza della famiglia era notevole, possedevano terre dal Polesine all’Istria, e case e palazzi nelle principali città della repubblica di Venezia.
I Manin realizzarono significativi interventi in edifici religiosi a Venezia, come la costruzione della chiesa dei Gesuiti e la cappella di San Giuseppe degli Scalzi, e ancora a Udine, con l’edificazione dell’omonima cappella nel duomo e gli interventi a San Pietro Martire.
Lodovico (IV) Manin 1725-1802 fu l’ultimo doge, eletto il 9 marzo 1789, abdicò nel 1797, arrendendosi ai francesi. Nella Villa il 17 ottobre 1797 fu firmato il Trattato tra Austria e Francia noto come Trattato di Campoformido.
…mostra da non perdere: Avanguardia Russa 1910 – 1930
Con questa rassegna, l’Azienda speciale Villa Manin propone un’ampia panoramica sulle opere realizzate dai Maestri dell’Avanguardia russa, da Malevich a Tatlin con la sua macchina volante e poi ancora Kliun, Stepanova, Rodchenko e molti altri.
La rassegna è organizzata in due sezioni: la prima presenta le opere raccolte da George Costakis e conservate al Museo di arte contemporanea di Salonicco mentre la seconda è dedicata alla fotografia di Aleksandr Rodchenko, artista chiave che ha introdotto un modo del tutto originale di comporre l’immagine fotografica, con le sue inquadrature inclinate, le riprese dal basso o da altezze vertiginose.
Le opere provenienti dalla Casa delle Fotografia di Mosca costituiscono una completa ricostruzione dell’attività fotografica di Rodchenko, dalle prime sperimentazioni in ambiente futurista alla fondazione del movimento costruttivista, dalle copertine della rivista LEF, diretta dall’amico Vladimir Majakowskij, alle fotografie private fatte agli amici artisti.
In mostra sono presenti anche le discusse fotografie “di propaganda” realizzate in periodo staliniano, con cui Rodchenko proseguì la sua attività mostrando sempre una grande capacità tecnica unita alle sue inquadrature spericolate.
La mostra è aperta dal 7 marzo al 28 giugno 2015 visitabile nei giorni dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00.
Il biglietto di ingresso alla mostra costa € 10.00 prezzo intero, € 8.00 prezzo ridotto.