La Regione Veneto ha recentemente approvato la legge sul turismo naturista e dalla prossima estate (2014), se i Sindaci lo vorrano, potrebbe essere consentito il nudismo anche a Bibione e sulle altre spiagge venete (Caorle, Jesolo, Lido di Cavallino, Lido di Jesolo, …) ed in tutto il resto del Veneto, in aree appositamente destinate e delimitate.
La proposta di legge sul naturismo in Veneto era stata fatta dal consigliere della Lega Nord Andrea Bassi ed era stata sottoscritta dai consiglieri Dario Bond e Costantino Toniolo del PdL, Santino Bozza del Gruppo Misto, Gianpiero Possamai della Lega, Gennaro Marotta di Italia dei Valori e Pietrangelo Pettenò di Federazione della Sinistra Veneta.
Ora il provvedimento “Riconoscimento e valorizzazione del turismo naturista” è passato e dopo il primo esperimento di Jesolo del 2011 con l’associazione Anaa-Sfkk, i comuni dei litorali veneti, potranno decidere di destinare al naturismo/nudismo, spiagge, boschi, parchi e altri ambienti naturali di proprietà demaniale o di enti pubblici.
Andrea Bassi, il relatore in aula del provvedimento, ha dichiarato: “pur non essendo naturista, ritengo coniugabile questa causa per due ordini di motivi.
Il primo per una tutela della libertà delle persone che intendono praticare questo tipo di turismo. Impedirlo è sbagliato, ovviamente nel rispetto della legalità e della libertà altrui.
Il secondo motivo è di ordine squisitamente economico, considerato che questo settore turistico è in continua crescita e vede una forte percentuale di praticanti nei paesi del nord Europa, che solitamente prediligono il nostro paese e in particolare la nostra regione.
Sarebbe quindi non solo sbagliato, ma anche scellerato ed antieconomico non cogliere questa opportunità, costringendo questi flussi turistici a scegliere la Francia o la Croazia“.
Stefano Valdegamberi di Futuro Popolare, contrario alla legge, ha invece dichiarato: “Questa legge sbandierata come un successo, in realtà è solo un passo indietro, un provvedimento che insegue le mode in contrarietà alla nostra cultura… un’ulteriore banalizzazione del corpo umano, che contribuisce a degenerare gli usi e i costumi di una popolazione che sta vivendo da decenni un progressivo decadimento di valori.
Una legge dovrebbe prevedere percorsi costruttivi, con indirizzi culturali e non con una degenerazione culturale“.
Dello stesso parere anche Renato Chisso del Pdl, che ha affermato: “pur nel rispetto del diritto della libertà di comportamento di tutti e pur riconoscendo la valenza economica di questo tipologia turistica, considero questa legge non in sintonia con i valori e la sensibilità della nostra cultura“.
Ovvio invece l’entusiasmo dei naturisti/nudisti: “Il 2014 sarà l’anno della svolta, dalle parole si passerà ai fatti! Ecco raggiunto il primo grande obiettivo” ha commentato il presidente di Anaa-Sfkk (Associazione Naturista Alto Adige – Südtiroler Freikörperkultur), Daniele Bertapelle.
E i Sindaci ? per ora non abbiamo dichiarazioni ufficiali da parte dei sindaci delle spiaggie ma dal Lago di Garda i commenti sono di questo tono:
Torri: “Personalmente non sono per nulla d’accordo”
Brenzone: “Con i problemi che abbiamo, dobbiamo risolvere anche quelli dei naturisti? Io sono mentalmente aperto, ma vedo delle difficoltà. Il nostro turismo è costituito principalmente da famiglie, le cui esigenze sono difficilmente conciliabili con quelle dei nudisti”
Bardolino: “…è una decisione che va ponderata, per mettere d’accordo esigenze diverse. A Bardolino, le spiagge si trovano a ridosso delle strutture ricettive, mentre servirebbero aree riservate per evitare il disturbo reciproco”
Garda: “Non sono contrario, ma bisognerebbe chiudere un tratto di spiaggia e destinarlo ai naturisti. E nel mio comune non si può. La trovo una proposta difficilmente realizzabile“.
Insomma, il classico “Sì, ma non a casa mia”.
Che succederà a Bibione e sulle altre spiaggie? i turisti saranno liberi di girare nudi in spiaggia ? Ovviamente no.
Privati, associazioni e organizzazioni potranno individuare delle porzioni di spiaggia e proporle alle amministrazioni comunali chiedendo che vengano destinate al naturismo.
Anche gli stessi comuni potranno indire un bando per dare in gestione una parte della spiaggia.
Le areee dovranno essere delimitate, ben segnalate e accessibili solo a chi lo pratica e la gestione sarà affidata a privati e associazioni, che ne garantiranno il funzionamento.
Mi sembra un discorso molto valido. Per chi vuole c’è , per chi non vuole può andare altrove.