Ad aprile è stata inaugurata la mostra di Giotto a Bibione con la riproduzione pittorica della Cappella degli Scrovegni nei primi anni del XIV secolo e rimarrà aperta fino al 30 settembre 2019.
La Cappella degli Scrovegni di Padova è stata riconosciuta come l’espressione più alta dell’arte medievale, accanto alla Divina Commedia di Dante Alighieri.
La mostra, caratterizzata da pannelli in scala 1:4 curata dal dott. Roberto Filippetti, è stata allestita nell’oratorio parrocchiale di Bibione in via Antares. L’esposizione segue i seguenti orari:
- il sabato dalle ore 17:00 alle ore 20:00;
- la domenica dalle 8:00 alle 12:30 e dalle 18:00 alle 22:00.
Su richiesta è possibile visitarla anche in altri giorni.
Cosa c’è da sapere sulla mostra di Giotto a Bibione
Il curatore Roberto Filippetti, che da anni si occupa di divulgare questa importante iniziativa di conoscenza dell’arte, è autore di molti libri, due dei quali sulla riproduzione degli affreschi dopo il restauro: “L’avvenimento secondo Giotto” e il “Vangelo secondo Giotto” per i ragazzi.
La mostra racconta il ciclo di affreschi dei quattro registri, dando la possibilità di ammirare da vicino i diversi particolari con maggiore tranquillità. Infatti, da quando la Cappella è stata restaurata, è possibile visitarla per un tempo brevissimo, circa 15 minuti, e non è più possibile avere il tempo per gustare tutta l’opera.
Grazie alla tecnica dell’Explorer Navigatio, il visitatore può stare sui dodici dipinti del registro alto con le storie di Maria, dalla sua Nascita e Presentazione al tempio alle nozze con Giuseppe per concludere con il maestoso Angelus nell’arco trionfale.
Il secondo registro racconta l’infanzia e la vita pubblica di Gesù mentre il terzo registro vede la narrazione della Passione di Cristo, Morte, Risurrezione, Ascensione e Pentecoste, entrambe le fasce in 12 spettacolari affreschi.
Nello zoccolo monocromo, l’ultima fascia in basso, si notano le personificazioni delle sette virtù e dei sette vizi che conducono al Giudizio Universale dipinto su tutta la parete della controfacciata.
Grazie al tempo a disposizione per gustare l’opera, è possibile iniziare una “ri-lettura” verticale ed orizzontale, con una maggiore attenzione ai particolari, alle architetture, all’intensità degli sguardi, al mondo animale, vegetale e molto altro ancora.
Concludiamo con le parole di Filippetti:
Un viaggio che induce a contemplare la Bellezza, in questo nostro tempo così drammatico. Il primo gesto che, quasi istintivamente, compie chi varca il portale d’ingresso è alzare gli occhi, calamitati dall’azzurro del cielo: Giotto ci strappa dalla distrazione, ci ricorda che la natura umana consiste in un cuore affamato e assetato. Si chiama “de-siderio”: sete di stelle, tensione verso il cielo della felicità.
Tratto da http://www.filippetti.eu