In vari post precedenti, avevamo spiegato della Direttiva Bolkestein e del problema delle concessioni demaniali, che interessano oltre a Bibione, tutte le spiagge del Veneto e d’Italia.
Recentemente la scadenza per l’applicazione in Italia della Direttiva Comunitaria è stata prorogata di 5 anni, ma tale decisione non è stata ben accolta dagli operatori ed imprenditori di Bibione, Caorle, Jesolo, Cavallino, Eraclea e Chioggia interessati dal problema, per i quali lo spostamento nel tempo non è una soluzione.
“Questa è un’arma a doppio taglio che non risolve un bel niente – aveva dichiarato a freddo Pasqualino Codognotto – anche in questo caso dobbiamo aspettare e avere pazienza” ed ora la discussione continua in tutte le località balneari della costa veneziana con gli operatori delle spiagge, che tramite le rispettive associazioni, si stanno dando da fare per cercare di cambiare le decisioni del Governo e dell’Unione Europea.
Flavio Maurutto, Presidente di Union Mare Veneto, il sindacato dei balneari, si è recato a Roma ed ha dichiarato: “Una proroga di 5 anni comunque non è quello cui miriamo, qui si tratta di far rispettare diritti acquisiti a suo tempo con una legge italiana, quando si ragionava nei termini di sei più sei anni. Noi riteniamo che una data giusta possa essere il 2030 che garantirebbe se non altro gli imprenditori che potrebbero rientrare dagli investimenti fatti finora“.
“Cinque anni sono sempre pochi – afferma Renato Cattai della Federconsorzi di Jesolo – e poi non riusciamo ancora a capire cosa succederà alla Spagna che sembra aver ottenuto molto di più. Senza contare che i 5 anni, vista la posizione del Governo, non sono ancora certi. Il Governo potrebbe porre la fiducia e mettere ancora tutto in discussione. Dobbiamo far capire che la nostra categoria ha investito per migliorare servizi e strutture nel corso degli anni ed è giusto che ora abbia il tempo per trarne il giusto profitto“.
“Questi cinque anni di proroga non consentiranno in ogni caso di agevolare gli investimenti che sarebbero troppo limitati nel tempo. – ha dichiarato dichiarato Luciano Striuli, Sindaco di Caorle – Speriamo che vi sia ancora spazio per ottenere una proroga di durata maggiore considerato che l’iter legislativo si concluderà entro il 24 dicembre con la conversione in legge del decreto sviluppo“.
“È impensabile che l’Unione Europea imponga certi parametri. – ha continuato Sabrina Teso, Vicesindaco di Caorle – Ovviamente si tratta di un mio pensiero che però sicuramente condivideranno anche i miei colleghi della vicina Bibione, ma credo che la direttiva dovrebbe essere abolita definitivamente lasciando agli imprenditori la possibilità di fare progetti ed investimenti a lungo termine“.