Per 43 giorni, dal 16 Luglio 2012 fino al 27 Agosto 2012, per favorire il ripopolamento delle specie ittiche sovrasfruttate, è scattato il fermo pesca nelle acque del Nord Adriatico, da Trieste a Rimini.
Un provvedimento non accolto con favore dagli addetti del settore, ma necessario e obbligato per ridare vitalità a un mare un tempo molto pescoso ed oggi troppo impoverito dall’eccessivo sfruttamento.
Il rischio è quello di andare al ristorante ed “accontentarsi” di pescato straniero o congelato, o proveniente da altre zone d’Italia dove lo stop arriverà più avanti. Da Pesaro a Bari, infatti, l’interruzione dell’attività di pesca sarà dal 6 agosto fino al 17 settembre mentre da Brindisi a Imperia dal 3 settembre al 2 ottobre. Nelle regioni Sardegna e Sicilia l’interruzione è invece disposta con provvedimento regionale.
Nelle dieci settimane successive alla ripresa della pesca, l’attività sarà limitata a tre giorni a settimana.
Secondo Coldiretti ImpresaPesca, i pesci più acquistati dagli italiani sono i mitili (cozze, ecc.) e le orate, con circa il 9 % ognuna dei consumi, seguiti da alici (6,8 %), spigole (6,5 per cento), vongole (4,7 %), polpi, trote, salmoni, naselli e merluzzi e calamari.